Riflessione di Paolo Colognesi
La mostra virtuale è innanzitutto una esperienza dettata dalla necessità. Nessuno di noi, avrebbe immaginato di trovarsi di fronte ad una realtà complessa, frustrante e di isolamento forzato, così come si è andata delineando dall’inizio della epidemia Covid 19.
La mostra virtuale o virtual exibition, soddisfa il bisogno di colmare il vuoto interiore in tutti noi, nessuno escluso. Vuoto interiore e segregazione domiciliare, ci hanno resi fragili e vulnerabili, e assolutamente impreparati. Abbiamo avuto la necessità di imparare l’utilizzo della tecnologia per la comunicazione virtuale, e trasformare l’ideazione di esposizioni fisiche in esposizioni virtuali.
Dopo di ciò, che cosa succederà?
Nessuno di noi sa esattamente e può immaginare lo scenario che si verificherà nell’immediato futuro e nei prossimi anni. Naturalmente però una cosa è certa: saremo più consapevoli della nostra capacità di adattamento e del nostro bisogno di socializzazione, anche attraverso la comunicazione digitale, realtà così importante in questi giorni di pandemia.
Ed è in questo senso che l’adattamento ad un nuovo stile di vita potrebbe rendersi necessario, plasmando il significato del nostro agire nei prossimi anni.
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